
Vitamina D2 e D3 a confronto
27/11/2017
Da un nuovo studio emerge che c’è una grande differenza tra la vitamina D2 che è un vegetale e, la vitamina D3 che deriva da prodotti animali.
Lo studio innovativo dell’Università di Surrey è stato condotto per determinare, quale tra le vitamine D2 e D3, è più efficace nell’aumentare la presenza di vitamina D nel corpo. La carenza di quest’ultima è una questione seria, ma questo aiuterà le persone a fare una scelta più informata su ciò che possono mangiare o bere per aumentare i livelli attraverso la dieta.
Allo studio hanno partecipato 335 donne sud-asiatiche e bianche durante 2 inverni, a loro è stato dato da assumere la vitamina D2 o D3. Alla conclusione dello studio, i ricercatori hanno rilevato che la vitamina D3 è 2 volte più efficace nell’aumentare i livelli nel corpo della vitamina D, rispetto alla vitamina D2.
I livelli (presenza) di vitamina D nelle donne che hanno ricevuto la vitamina D3 sono aumentati rispettivamente dal 74% al 75% rispetto a quelle che hanno ricevuto la vitamina D2 (33% – 34%) con gli stessi metodi durante le 12 settimane
L’importanza della luce solare
Un altro motivo per cui i livelli di vitamina D sono così importanti è che i mitocondri epatici ed i loro enzimi microsomiali associati, metabolizzano la vitamina D. Il modo migliore per assicurarsi di avere abbastanza vitamina D nel corpo è l’esposizione diretta del corpo alla luce del sole ogni giorno.
A seconda della zona, in inverno, quando il sole si nasconde dietro le nuvole e le temperature sono spesso molto basse, da essere costretti a indossare maniche lunghe e giacche, prendere il sole diventa difficile se non impossibile. Un aiuto sostanziale in questi casi è l’aggiunta della vitamina D3 tramite la dieta per poter raggiungere livelli ottimali della vitamina D.
I migliori alimenti sono:
- latte grezzo
- uova, in particolare il tuorlo da uova biologiche e libere
- il salmone selvaggio dell’Alaska e altri pesci sani come lo sgombro e le sardine, preferibilmente da acque fredde
Uno studio dell’Università Emory di Atlanta, ha pubblicato nel Journal of the American College of Cardiology, l’evidenza dell’associazione di vitamina D con la prevenzione delle malattie cardiovascolari.
Il risultato è che i livelli inferiori a 20 ng/ml non sono sufficienti a mantenere la salute delle ossa, per non parlare della possibilità di offrire altri benefici per la prevenzione delle malattie che la stessa vitamina D deve offrire. Questo sulla scorte dal fatto che i livelli ottimali di vitamina D sono compresi tra 50-70 ng/ml.